Santuario dell’Annunciata

Chiesa dell’Annunciata prima del restauro

La storia di Suisio è sempre stata contras­segnata da forti tensioni e scontri tra le diverse frazioni del paese. E’ proprio in questo clima di rivalità che sorge la Chiesa dell’Annunziata di Piazza Amata, forte­mente voluta dai suoi abitanti, animati in parte da autentico spirito religioso e in parte dal desiderio di far valere le proprie ragioni e far sentire la propria voce al resto del paese. Rimasta estranea per più di un secolo alle dispute riguardanti la scelta della sede della Parrocchiale e ai continui passaggi di consegna dalla Chiesa di S. Lo­renzo a quella di Sant’Andrea, Piazza Amata entra in scena nel 1696 quando, in seguito all’appoggio dato dal parroco Picepti affin­chè fosse ufficiata S. Lorenzo quale Chiesa Parrocchiale, esprime la volontà di innalza­re una Chiesa più grande sulle fondamenta del piccolo Oratorio dell’Annunciazione di Maria, costruito probabilmente agli inizi del ‘500.

I sostenitori di questo progetto portano come motivazione la lontananza di S. Lorenzo e la necessità di avere un luogo di culto più vicino, per la comodità degli abitanti della contrada.

Questo ambizioso proposito non trova l’ap­poggio del parroco Picepti che peraltro, con la sua morte, ne provoca la momentanea messa da parte.

“Circa nell’anno 1696 si venne nella determinazione di innalzare a Piazza Amata sulle fondamenta del piccolo oratorio, che esisteva da tempo indeterminato, una Chiesa abbastanza grande per la comodità della popolazione della contrada. Ma que­sta idea d’ingrandimento incontrò mille ostacoli e contrarietà, tanto che non si diede mai principio all’opera”.

La faccenda viene ripresa solo nel 1698, sotto il parroco Rota, anch’egli contrario e impegnato in un duro braccio di ferro con gli abitanti di Piazza Amata, che alla fine hanno la meglio.

Infatti nonostante l’appoggio dato al Parroco da parte dei sindaci della Chiesa di Sant’Andrea, che nel Luglio del 1698 inti­mano di cessare i lavori di costruzione, i “terrazzani” di Piazza Amata (cosi li chia­ma il Codalli) continuano caparbiamente nella loro determinazione. Così a nulla val­gono gli ostacoli e le opposizioni che giun­gono da più parti; l’ostinazio­ne dei sindaci di Piazza Ama­ta e dei deputati alla fabbrica è tanto forte che li porta a far pressione sulle autorità di Bergamo e di Venezia, fino ad ottenere nel 1702, dalla Supe­riorità di Venezia, l’autorizza­zione a continuare i lavori. Per recuperare il tempo per­duto, l’intera popolazione della contrada si impegna in questo lavoro, chi prestando manodopera, chi facendo offerte e lasciti, tutto sotto la direzione del capo muratore Carlo Lepori e del deputato alla fabbrica Stefano Zonca di Piazza Amata.

I lavori procedono velocemente: nel 1708 è ultimata la porta in pietra, nel 1724 si costruiscono i gradini davanti alla Chiesa, nel 1717 si pensa anche ad un piccolo armadio da mettere in sacrestia, ma per quanto riguarda il decoro, gli ornamenti, le suppellettili, questi andranno ad arricchire la Chiesa solo negli anni successivi, grazie ai lasciti di numerosi benefattori.

In ogni modo nel 1730 la Chiesetta è ulti­mata, viene benedetta dallo stesso parroco che ne aveva contrastato la messa in opera e dedicata all’Annunciazione di Maria Vergine.

Da questo momento, anche Piazza Amata può avanzare pretese perchè si uffici come Parrocchiale la sua Chiesa e può entrare così nell’antipatico circolo delle solite vec­chie questioni.

Preferiamo però ricordare in questa sede le belle opere e vicende che hanno coinvolto la nostra Chiesetta negli anni seguenti la sua costruzione: Nel 1771 viene innalzato campanile, nel 1784 si provvede alla costruzione di un pulpito e di una canturia che tre anni più tardi è fornita di un picco­lo organo donato dal signor Gianbattista Mazzoleni. Nel 1797 si delibera per un primo restauro che prevede la fusione di una nuova campana, il rifacimento del campanile e della Sacrestia. Oltre a restauri e migliorie che continuano anche nel secolo successive, non possiamo dimenticare le conquiste nell’esercizio del culto; ne citiamo due a titolo d’esempio. E’ il 29 Agosto 1800 quando la Chiesa dell’Annunciata riceve, dall’allora parroco Vitali, la licenza di confessare e ottiene un confessionale onde poter ascoltare le con­fessioni delle donne.

Un secolo più tardi, il gior­no 3 Settembre 1905, la Chiesa di Piazza Amata è scelta per celebrare la funzione della Via Crucis, evento importante per la vita di tutti i fedeli.

Da questa breve storia dell’origine ed evo­luzione della Chiesa dell’Annunciazione, si può capire come in mezzo a controversie e ripicche di vario genere, esiste qualcosa di positivo che deve essere salvato: lo zelo e la passione di quelle persone che, metten­do pietra su pietra, hanno dato alla luce quella piccola Chiesa che ancora oggi si erge al centro ed è il simbolo della nostra contrada.