Chiesa Parrocchiale Sant’Andrea Apostolo

Edificata nel corso del XVIII secolo, è considerata uno dei migliori esempi architettonici di quel periodo nell’intera provincia.

Possiede linee agili ed una struttura con pianta a croce latina, con al proprio interno un buon numero di opere, tra le quali spiccano i dipinti di Francesco Capella, Francesco Zucco, Federico Ferrari e di Giovanbattista Riva, le statue di Luigi Carrara ed il crocefisso di Gaetano Peverada.

La tradizione tramanda che questa chiesa venne edificata per volere dei capifamiglia locali, al fine di redimere le contese tra gli abitanti delle varie contrade che si arrogavano il diritto di chiamare parrocchiale la loro chiesa.

Al santo titolare sono dedicate le tre tele che si trovano dietro l’altare maggiore. Sono poche le notizie dell’apostolo Andrea trasmesseci dalle scritture canoniche. La maggior parte delle informazioni sono desunte da un gruppo di manoscritti apocrifi noti come “Atti di Andrea”; i più antichi sono della seconda metà del III secolo, mentre i più recenti risalgono addirittura al IX-X secolo, anche se attingono sicuramente a fonti precedenti andate perdute. Queste scritture maturarono in vari ambienti eretici, soprattutto encratici, origeniani ed apotattici; nel VI secolo s. Gregorio di Tours ne trasse una versione cattolica eliminando i passi tacciati di eresia e semplificando la forma ritenuta troppo verbosa; lo stile rimase comunque ingenuo e tendente al miracolistico. Sono quindi evidenti i motivi per i quali essi non sono ufficialmente riconosciti a differenza di quanto accade per gli “Atti degli apostoli” dell’evangelista Luca, che risalgono alla fine del I secolo, si fondano sui racconti di testimoni oculari della predicazione di Pietro e Paolo e dell’attività delle prime Chiese cristiane; sono perciò sicuramente attendibili e di grande spessore storico e teologico. Altre notizie sull’Apostolo si possono desumere da alcuni brevi manoscritti apocrifi quali “Gli atti di Andrea e Matteo fra gli antropofagi”, “Gli atti dei santi apostoli Pietro ed Andrea”, “Gli Atti di Andrea e Paolo” o “L’apocalisse di Andrea e Paolo”, “Gli atti di Andrea e Filemone”. Il santo è anche tra gli pseudoautori de “L’epistola degli apostoli”. Citazioni sparse sono presenti anche nei vangeli apocrifi. Anche se tutte queste fonti sono poco credibili, la tradizione cristiana vi ha attinto a piene mane; lo confermano anche le nostre tre tele che si riferiscono ad altrettanti momenti della passione e martirio.